Scuola e Intelligenza Artificiale: tutta la verità
Negli ultimi anni, il mondo della scuola si è trovato a dover affrontare sfide sempre nuove legate all’innovazione tecnologica. Se qualche decennio fa l’arrivo di internet aveva generato dubbi e incertezze, oggi è la diffusione dell’intelligenza artificiale (IA) a rivoluzionare profondamente il modo in cui studenti e insegnanti vivono l’esperienza educativa. In questo articolo, tratto dall’animato dibattito nato in occasione del mio intervento presso il Festival della Psicologia di Fano del 17 maggio, condivido un punto di vista chiaro e pragmatico sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella scuola di oggi, su come insegnarla e perché è fondamentale farlo fin dai primi cicli scolastici.
Internet e Intelligenza Artificiale: un parallelismo inevitabile
Quando è arrivato internet nelle nostre vite, molti insegnanti si sono trovati a chiedersi come fare di fronte a studenti che potevano trovare in un attimo qualsiasi informazione, tradurre testi o copiare contenuti senza alcuna rielaborazione personale. La reazione iniziale è stata spesso di allarme: “Come facciamo a garantire che lo studio sia autentico? Come evitiamo il copia e incolla?”
La risposta, semplice ma efficace, è stata quella di insegnare agli studenti a utilizzare internet nel modo corretto, riconoscendone i vantaggi e i limiti. Il problema non era lo strumento, ma il modo in cui veniva usato. Lo stesso discorso vale oggi per l’intelligenza artificiale, in particolare per i cosiddetti large language model, che sono alla base di strumenti come ChatGPT.
Questi strumenti sono ormai a disposizione di tutti i giovani che hanno uno smartphone in tasca e con esso accesso immediato a queste potenti tecnologie. Così come non possiamo chiedere agli studenti di rinunciare a internet, non possiamo nemmeno pretendere che ignorino o non utilizzino l’intelligenza artificiale. La sfida è insegnare loro a usarla nel modo giusto, a conoscerne i benefici ma anche i rischi.
Il ruolo degli insegnanti: guida e tutela nell’era digitale
Spesso ci si domanda chi debba assumersi la responsabilità di educare gli studenti all’uso consapevole dell’intelligenza artificiale. La risposta è chiara: siamo noi insegnanti. Nonostante l’enorme impatto che queste tecnologie avranno sulle nostre vite, non esiste una “patente” o un percorso obbligatorio per utilizzarle, e per questo è necessario che la scuola diventi il luogo dove si coltiva la consapevolezza digitale.
Il nostro compito è duplice: proteggere gli studenti dai rischi e guidarli verso un uso responsabile e proficuo dell’intelligenza artificiale. Quando, ad esempio, leggiamo un compito scritto con un linguaggio troppo evoluto rispetto all’età o alle capacità dello studente, dobbiamo saper riconoscere che dietro ci può essere l’uso non corretto di un AI. Ma non si tratta solo di “scovare” chi imbroglia, bensì di insegnare a tutti come questa tecnologia può diventare uno strumento di supporto e crescita.
Perché parlare di intelligenza artificiale fin dalla scuola primaria?
Molti insegnanti e genitori si chiedono quando sia opportuno iniziare a parlare di intelligenza artificiale con i bambini. Le raccomandazioni di enti internazionali come l’UNESCO e le Indicazioni Europee suggeriscono di affrontare questo tema fin dai primi anni della scuola elementare, ovviamente con modalità e contenuti adeguati all’età.
Non si tratta di far usare ChatGPT ai bambini delle elementari, ma di iniziare un percorso di consapevolezza che li aiuti a capire cosa sia davvero l’intelligenza artificiale. È importante spiegare che non si tratta di una vera intelligenza, ma – semplificando al massimo – di “un computer che elabora dati e costruisce risposte in base a modelli statistici”. Questo tipo di educazione precoce prepara i futuri cittadini a muoversi con cognizione di causa in un mondo sempre più complesso e tecnologico.
L’irrinunciabile insegnamento di opportunità e rischi
L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento per la scuola o il lavoro, ma presto diventerà una presenza costante nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Immaginiamo un assistente virtuale sempre disponibile nel nostro smartphone o computer, che ci conosce, ci ricorda impegni, ci consiglia e ci guida nelle scelte.
Questo apre enormi opportunità, ma anche rischi. Ad esempio, la personalizzazione delle pubblicità diventerà così precisa da poter essere potenzialmente più invasiva e persuasiva. Le truffe online e le pubblicità ingannevoli sfrutteranno l’intelligenza artificiale per essere più efficaci e pericolose.
Non meno importante è il tema dell’affettività virtuale: già oggi esistono “amici” o “fidanzati” virtuali creati con l’IA, che possono rappresentare un surrogato per i giovani più fragili o soli. È fondamentale che gli studenti comprendano che queste non sono vere relazioni e che non devono cercare in esse un sostituto delle interazioni umane reali e significative.

La centralità della comprensione del testo e le competenze di base
Nel discutere di intelligenza artificiale e scuola, è importante non perdere di vista un obiettivo semplice, quasi banale e scontato ma fondamentale: la competenza nella comprensione del testo. Questa è la base dello studio di tutte le discipline e, purtroppo, i dati dei rilevamenti internazionali come OCSE-PISA evidenziano che molti studenti italiani hanno ancora difficoltà in questo ambito.
Prima di introdurre tecnologie avanzate, dobbiamo concentrarci sul lavoro quotidiano e costante per potenziare la capacità di comprendere testi scritti, sviluppare la memoria, la logica e la grammatica. Queste competenze devono essere consolidate fino alla fine della scuola secondaria di primo grado. Ad esempio è utile recuperare la ormai desueta “ricerca nell’enciclopedia”, dove lo studente doveva selezionare il testo e rimaneggiarlo da due diverse fonti, il libro scolastico e la paginetta dell’enciclopedia, per produrre infine un unico testo scritto. Questa in apparenza semplice operazione è un esercizio fondamentale per lo sviluppo della comprensione del testo, della logica e della rielaborazione delle informazioni.
Solo dopo aver costruito solide basi, si può passare a integrare strumenti digitali e di intelligenza artificiale nel metodo di studio (ad esempio verso la fine della terza media o all’inizio delle superiori), per facilitare, completare e potenziare il percorso di apprendimento.
Formazione e strategie per insegnanti e studenti
Per sfruttare al meglio le potenzialità dell’intelligenza artificiale nella didattica, è indispensabile che anche gli insegnanti siano formati adeguatamente. Non basta conoscere l’esistenza di strumenti come ChatGPT o Gemini, ma bisogna capire cosa siano in realtà e come integrarli in modo efficace nelle attività didattiche, creando esercizi stimolanti e significativi.
Allo stesso tempo, gli studenti più grandicelli (scuole superiori e universitari) potrebbero imparare a utilizzare l’IA non come un modo per far svolgere i compiti al computer, ma come un potente facilitatore per migliorare la comprensione, la riorganizzazione delle informazioni, il controllo delle proprie produzioni scritte e orali.
La formazione deve quindi seguire due binari paralleli:
- Educare gli studenti a uno studio consapevole e critico con strumenti digitali e di intelligenza artificiale;
- Preparare gli insegnanti a guidare questo processo, fornendo strategie e regole per un uso corretto e produttivo della tecnologia.
Guida e orientamento nell’utilizzo dell’IA per lo studio
Ribadisco che non esiste motivo per cui studenti delle scuole superiori o universitari cha hanno già sviluppato un efficace e personale metodo di studio autonomo non debbano utilizzare in maniera proficua computer e strumenti di intelligenza artificiale per potenziare e velocizzare ulteriormente le proprie capacità di studio. Anzi, oggi più che mai, queste tecnologie aprono possibilità che fino a pochi mesi fa sembravano fantascienza (quando frequentavo biologia, sarebbe stato molto utile poter chattare con il mio libro di biochimica per farmi spiegare meglio i passaggi più difficili. Ora, invece, è possibile farlo!).
Con l’IA è possibile migliorare la comprensione del testo, riorganizzare informazioni complesse, controllare la correttezza delle proprie produzioni, e molto altro. Tuttavia, data la natura “general purpose” di questi strumenti, è necessaria una guida esperta per orientare gli studenti nella scelta delle strategie, strumenti, possibilità.
Conclusioni: un futuro consapevole grazie all’educazione digitale
L’intelligenza artificiale è una rivoluzione irreversibile che sta trasformando il mondo e il modo in cui apprendiamo. La scuola ha un ruolo fondamentale nel preparare studenti e insegnanti a questa nuova realtà. Non si tratta di demonizzare o esaltare la tecnologia, ma di imparare a conoscerla, a gestirla e a farne un alleato nel percorso di crescita personale e culturale.
Iniziare a parlare di IA fin dai primi anni, potenziare le competenze di base come la comprensione del testo, formare insegnanti e studenti a strategie efficaci di utilizzo: sono questi i passi imprescindibili per costruire un futuro in cui la tecnologia sia davvero al servizio dell’educazione e della società.
Il cammino è lungo e richiede impegno, ma è anche una straordinaria opportunità per innovare l’insegnamento e rendere i nostri giovani cittadini pronti ad affrontare le sfide di un mondo sempre più digitale e interconnesso.
Mario Buonvino